lunedì 11 luglio 2011

Ultime gare...

Dopo un lungo periodo di silenzio, ecco finalmente il resoconto dell'ultimo mese. Due sole gare, una "nostrana" e una "foresta", quest'ultima fatta più per il desiderio di fare qualcosa di particolare, vista la particolarità del luogo di gara... ma andiamo con ordine.
La gara "nostrana" è il giro dei Campi Elisi, 5 km e qualcosa veloci, con una lunga salita che spezza ritmo, fiato e gambe.


Partenza difficilissima in piazza Carlo Alberto, in discesa con un tratto di strada abbastanza stretto, auto a destra e a sinistra, e subito una curva a sinistra di 90 gradi con grandissimo rischio collisione; i metri subito dopo sono invece quasi un percorso ad ostacoli, con tanto di paletti e aiuole. Ne esco vivo, si tira verso la PAM, una prima salita aumenta il livello di difficoltà (prima si era messa di mezzo anche la temperatura), si scende, si doppia la PAM, e si sale, si sale e si sale ancora verso via Locchi, dove perdo alcune posizioni. Tutta via Locchi la uso praticamente come recupero, non riesco a cambiare ritmo, si ridiscende passando davanti alla partenza, la pendenza si fa un po' più accentuata e si arriva a passeggio Sant'Andrea, dove ritrovo un po' di smalto, riesco finalmente ad aumentare il passo (3'45''-3'50''), e riuscendo a sprintare gli ultimi metri per guadagnare un paio di posizioni, terminando la gara in un onesto 21'24'', media di 4'04'', tutto sommato non male anche se sicuramente si poteva e si doveva far meglio.


L'altra gara, ovvero la gara "foresta", è più che altro un capriccio, che ho cercato di fare nella maniera meno invasiva nei confronti della mia dolce metà, visto che è stata fatta durante le vacanze. Il nome della gara, che non dice nulla è Portugal Day, mentre ben più significativi sono il luogo dove si svolge (Central Park, New York) e la società che la organizza (New York Road Runners, ovvero la società che organizza la maratona di New York). Devo dire di esser stato bravo, non per il risultato finale (che per inciso, non è buono), quanto per l'organizzazione del tutto: dal trovare la gara, all'iscrizione, al ritiro del pacco gara, alla gara stessa, che ha permesso a me di vivere una bella esperienza, ma al tempo stesso non ha inciso sulle vacanze...



La gara parte alle 8 del mattino (però che mattinieri sti niuorchesi...), quindi sveglia alle 7, una ottima e abbondante colazione a base di integratori ed energetici comprati il giorno prima in un negozio che vende milioni di questi prodotti, e quindi attraverso mezza Manhattan di corsa, nell'unico momento in cui probabilmente la città dorme. Arrivo a Central Park, individuo dove lasciare lo zainetto ed è già il momento della partenza.Ci sono "solamente" 6000 runners (non male per una garetta tutto sommato di contorno), la suddivisione nella griglia di partenza avviene in base al numero del pettorale, per fortuna ho il 1023 e quindi sono nel secondo gruppetto. Prima della partenza, viene dapprima cantato l'inno portoghese e poi l'inno americano: devo dire la verità, emozionante. Ok, si parte. Le gambe non vanno, belle durette dopo 4 giorni passati a esplorare ogni angolo di Manhattan e dintorni... ma chi se ne frega, tanto non sono là per gareggiare, sono lì per correre, per assaporare un'atmosfera e una realtà diverse. Il percorso, o meglio Central Park, prima di arrivare a New York, me lo immaginavo diverso: nella mia mente provinciale lo vedevo come un parco immenso, verde, ma soprattutto piatto!!! Beh, la realtà è che Central Park è immenso, verde, ma tutto saliscendi... Non mi resta altro allora che soffrire, gareggiare a fianco di un runner con il completino della Jamaica, cedere, recuperare posizioni e arrivare al traguardo stanco e contento.


Il risultato non conta, conta che mi sono divertito. Sono circa le 8.40 del mattino, recupero lo zainetto, e pian pianino raggiungo l'hotel, quindi "solo" 25 strade direzione sud e finalmente raggiungo la mia dolce metà, che a dir il vero era appena scesa nella hall a bere un bibitone, che, nonostante dimensioni e gusti non combacino con quelli cui siamo abituati, oltreoceano viene ancora denominato caffè...